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Grace di Monaco
Di Francesco Bernacchio 15 maggio 2014
Grace Kelly viene ricordata dal mondo come una principessa e non come un’attrice: è forse il suo successo più grande, ma questa non è la vena narrativa scelta per questa riduzione cinematografica di una vita celebre. Dahan punta più sul dramma tra la regnante e la donna. Dopo qualche anno dalla favola che ha portato Grace da Hollywood al Principato, i problemi iniziano ad affiorare e il matrimonio del decennio si raffredda. Stretta tra mille responsabilità e forse qualche rimpianto, Grace viene chiamata da Hitchcock per girare Marnie, e qui la sua devozione alla corona (e al marito) vacillano. Riusciranno i dubbi di una donna indecisa se tornare al mondo reale (o quasi) a non dissolvere la favola che l’ha già portata nel mito?
Chiamata a sostenere un peso forse più grande delle proprie capacità, Nicole Kidman cerca di attenersi al rigido canone didascalico del film, riuscendo se non altro a mantenere un’espressione perennemente preoccupata. Una riduzione dell’essenza di Grace Kelly un po’ spicciola, supportata purtroppo da un film che pare non riuscire a centrare mai il punto, né a mostrare che cosa avesse questa principessa di diverso da qualsiasi altra incoronata. I fatti vengono raccontati senza quasi nessuna emozione a fare da cornice, in modo che niente arrivi davvero allo spettatore se non un noioso rendiconto sulle grandi responsabilità che derivano dall’aver sposato un popolo prima di un uomo. Un’occasione sprecata o probabilmente solo architettata male: di fatto, la favola della Principessa Grace resta meglio custodita nei nostri ricordi che in questo film.
Voto: 4
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