Bride Wars: La mia migliore nemica

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Le commedie nuziali, ormai, sono un vero e proprio sottogenere. E già a partire dal sottotitolo italiano, questo Bride Wars fa di tutto per ricordarci il filone al quale appartiene. Liv (Hudson) ed Emma (Hathaway) sono la quintessenza dei due stereotipi femminili a Manhattan: la bionda aggressiva in carriera, la bruna dolce e dimessa. Per entrambe, ovviamente, l’unica cosa che davvero conti nella vita è mettersi un anello al dito: ma non avrebbe assolutamente senso se non fosse a giugno, e se non fosse al Plaza. Fatto è che c’è un solo giorno disponibile per entrambe, e una delle due dovrà farsi da parte: a partire da questo problema di sconfinata gravità, prende il via una serie di dispetti e sabotaggi tra le protagoniste.



Con tutti gli altri personaggi ridotti al ruolo di insipide macchiette, Bride Wars si propone come una satira della follia legata al giorno più importante per una donna. Ma finisce irrimediabilmente per giustificare tanto baccano di fronte a una “semplice” promessa, esaltandolo ed estremizzandolo. Lo spettatore sorride, ma dopo neppure mezz’ora inizia a chiedersi se non sarebbe meglio chiudere queste due sciroccate in un ospedale psichiatrico, e finirla lì.

Voto 5

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Francesco Bernacchio

Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.

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