“Certo, è possibile che un gay si innamori di una donna”

Di Francesco Bernacchio
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Esce venerdì in sala Diverso da chi?, il film dell’esordiente Umberto Carteni che sembra essere riuscito in un’impresa disperata: mettere d’accordo vecchio e nuovo, cattolici e laici, movimento GLBT e fan della famiglia tradizionale. Non capita tutti i giorni di vedere un film che abbia il patrocinio dell’Arcigay e il placet dell’associazione cattolica che gestisce le sale parrocchiali. Viene da chiedersi come sia possibile, ma la risposta è semplice: Diverso da chi? narra la storia di un uomo gay e una donna etero che hanno a che fare uno con l’altra per forza, e che per questo motivo iniziano a scontrarsi fino a innamorarsi. Per il protagonista non è un cambio di orientamento, ma semplicemente un sentimento che va oltre. Peccato che il film abbia anche molto a che vedere con l’attrazione fisica tra i due, che viene trattata come qualcosa di un po’ troppo irrefrenabile e parossistico per un uomo gay tale da sempre. Bisogna chiudere gli occhi su questo dettaglio (e leggere la nostra recensione) per godersi un film comunque divertente, del quale ci hanno parlato oggi i protagonisti Claudia Gerini, Filippo Nigro e Luca Argentero, insieme con il regista Umberto Carteni.



Il film ha una parte incentrata sulla satira politica: i protagonisti sono candidati sindaco e vice, ci sono battute su Obama, sia destra che sinistra vengono colte nella loro attualità: è stato un caso che fosse tutto così aggiornato alla nostra realtà contemporanea?

Umberto Carteni: Il film è stato scritto parecchi anni fa e girato un anno fa, non ci saremmo mai aspettati che apparisse così attuale. Diciamo che la realtà si è adeguata al film, ci ha fatto un favore.

Luca Argentero con il regista del film, Umberto Carteni

Luca Argentero con il regista del film, Umberto Carteni

Quanto credete che sia verosimile, una storia del genere?

Claudia Gerini: La nostra identità sessuale viene dopo il nostro essere persone, quindi può succedere. Conosco persone gay alle quali è successo, e credo che un’esperienza eterosessuale sia normale e possibile, per un gay. Il film non vuole essere un manifesto, ma di sicuro il film propone un modello di famiglia ben lontano da quello istituzionale, specie in Italia. Siamo molto lontani dall’accettazione, ma il problema è soprattutto politico: la gente non riesce a vedere la realtà, fatta di tanti tipi di famiglie.

Luca Argentero: Tutto può succedere. La vera fantascienza è la realtà. Quanto alla famiglia, credo che ci sia famiglia ovunque ci si prenda cura di qualcun altro. Viviamo in un paese dove la laicità delle istituzioni è messa a dura prova, ma credo che avere qualcuno che dice sempre no renderà i sì molto più veri e conquistati.

Il placet dell’Arcigay non era così scontato. Come l’avete ottenuto?

Umberto Carteni: Quando questo film è stato scritto, non c’era la preoccupazione di dispiacere a qualcuno. Lo sceneggiatore Fabio Bonifacci si è limitato a discuterne con l’unico politico gay dichiarato che ci fosse allora, Franco Grillini. Lui gli ha consigliato di evitare in qualsiasi modo di raccontare di una conversione da gay a etero. E’ offensivo, e non è verosimile.

C’è sempre una grande curiosità su un attore, quando interpreta un personaggio dall’orientamento sessuale diverso dal proprio. Voi, Luca e Filippo, come ci avete lavorato in questo caso?

Filippo Nigro: A un certo punto non ho pensato più all’orientamento sessuale del mio personaggio. Tra i due ci sono molte cose che si possono ricondurre a qualsiasi coppia, senza troppe distinzioni: gelosie, ripicche, cose così. Ferzan Ozpetek ci ha dato dei consigli su come evitare l’effetto macchietta, era una cosa ovviamente molto importante.

Luca Argentero: Sul set ci dicevano spesso che sembravamo una coppia. Io lo riprendevo sempre, lui si lamentava… Ad esempio, ci siamo allenati insieme per un mese nel canottaggio, per le scene in cui remiamo, e si sono create delle meccaniche di routine che ci facevano sembrare due fidanzati. Ma ci siamo limitati a remare, giuro.

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Francesco Bernacchio

Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.

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