Bastardi senza gloria

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Tarantino continua a regalare al suo pubblico preziosi momenti di cinema allo stato puro. E Bastardi senza gloria non fa eccezione. Due ore e mezza che volano via veloci come proiettili, dritte a colpire cuore e anima di chi guarda. Come accadeva in Kill Bill, anche qui il motore di tutto è la vendetta. Quella di una bambina ebrea che ha visto la sua famiglia sterminata per ordine del colonnello delle SS Hans Landa (uno strepitoso Christoph Waltz). O quella degli Inglourious basterds, il gruppo di ebrei americani capitanati da Aldo Raine/Brad Pitt, detto l’apache, che danno la caccia ai nazisti, tagliandone via gli scalpi.



Cinque capitoli, come i cinque atti di una piéce teatrale, che Mr.Pulp si diverte a dilatare nel tempo, distruggere smontare e rimontare a suo piacimento. Il rimando al film di Enzo G. Castellari, (Quel maledetto treno blindato) di cui Tarantino ha acquisito i diritti (uscito negli USA come The Inglourious Bastards), interessa solo minimi aspetti della storia. L’azione viene confinata in pochi, spettacolari snodi narrativi, a cui si arriva attraverso sequenze dilatate e dialoghi ai limiti del prolisso, semplicemente meravigliosi. Una trama complessa che funziona perfettamente, non c’è posto per l’irrisolto. It’s Tarantino style!

Bastardi senza gloria può quasi tenersi in piedi solo per le citazioni e i riferimenti con cui il regista si diverte a giocare: dai film di guerra (Quella sporca dozzina) al western puro (di Leone, Ford e Peckinpah, solo per citarne alcuni). Senza tralasciare il realismo tedesco, Leni Riefenstahl e Pabst, su tutti. Il settimo film del regista che ama il cinema in modo fisico e viscerale porta, indelebile, il marchio di fabbrica del suo artefice, come la svastica incisa sulla fronte dei pochissimi nazisti che Aldo Raine e I suoi Basterds lasciano in vita. Non c’è posto per I buoni, ci sono solo cattivi.

Voto: 8

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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