Saw VI

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E siamo arrivati al numero sei, senza che ce ne fosse alcun bisogno. Ma la saga dell’Enigmista, da sempre caratterizzata da un’elevata dose di sadismo e di passione nei confronti delle peggiori torture, continua misteriosamente a intrattenere e a far staccare biglietti al botteghino. Se nel primo e riuscito film, il killer che si celava dietro la maschera da Enigmista aveva un suo schema non condivisibile ma quantomeno interessante e coerente (la sua mania di rapire le persone e di imprigionarle nelle più assurde macchine da tortura, dalle quali è possibile liberarsi solo amputandosi parti del corpo, aveva lo scopo di far capire alla vittima quanto fosse importante essere vivi), dopo sei film i pezzi iniziano a perdersi per strada.



La trama di questo sesto capitolo, riprende esattamente da dove avevamo interrotto con Saw V: l’agente speciale Strahm è morto e il detective Mark Hoffman (Costas Mandylor) è l’ennesimo erede della crociata iniziata diversi anni fa da Jigsaw l’Enigmista (Tobin Bell). Ma il vero protagonista della pellicola è William Easton (Peter Outerbridge), un imprenditore nel campo delle assicurazioni mediche che nega un prestito ad un uomo disperato ed intenzionato ad usare quei soldi per pagarsi delle cure mediche che potrebbero salvargli la vita. Naturalmente quella persona morirà di lì a poco a causa delle cure negate e William verrà allora catturato dall’Enigmista per espiare le proprie colpe. Il resto è tortura allo stato puro.

Dietro tutto questo, si nasconde Kevin Greutert, montatore dei precedenti cinque Saw e qui al suo primo film da regista.Negli States gli incassi del film sono stati piuttosto magri, ma questo non è bastato a placare il fuoco sacro dei produttori, che hanno già annunciato il settimo capitolo: in 3D. Si salvi chi può!

Voto 3

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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