Figli delle stelle

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Il riferimento al cinema di Monicelli forse non è giustificato, ma vedendo Figli delle stelle è impossibile non pensare almeno per un attimo alla banda più nota della nostra cinematografia, quella dei Soliti ignoti. Ed è sulle note della canzone di Alan Sorrenti (“Noi siamo figli delle stelle, senza storia senza età eroi di un sogno”), che Lucio Pellegrini torna al cinema dopo la positiva parentesi televisiva de I liceali, forte di un cast valido ed eterogeneo. Pepe (Pierfrancesco Favino,), Toni (Fabio Volo), Ramon (Paolo Sassanelli), Bauer (Giuseppe Battiston) e l’impacciata giornalista Marilù (Claudia Pandolfi), uniti da un forte disagio sociale,  si improvvisano sequestratori del politico sbagliato (Giorgio Tirabassi). Sono tutti lavoratori precari che trovano nel folle gesto un modo per uscire da una realtà che non sembra volerli accettare. Un gesto, però, dai risvolti nobili  e che li porterà  ad essere davvero “eroi di un sogno”, dato che con i soldi del riscatto, hanno intenzione di risarcire la vedova di un operaio morto sul lavoro.



Guidando lo spettatore tra una caotica Roma e le imponenti e silenziose montagne della Val d’Aosta, Pellegrini fa luce su argomenti che difficilmente avrebbero potuto essere più attuali: il mancato impegno da parte delle istituzioni, le morti sul lavoro e le intercettazioni telefoniche. La banda di imbranati che tenta di fare “qualcosa” per dare uno scossone al sistema politico e sociale del paese, che li rende precari tanto nel lavoro quanto nella vita, è un modo divertente e tragico allo stesso tempo per portare a galla la realtà di un sistema che lascia il tempo che trova.

Un’alone vintage, poi, attraversa ostentatamente la pellicola: dal modo in cui sono trattati i personaggi, al loro abbigliamento, fino agli ambienti in cui si muovono. Per non parlare dei rimandi alla lotta armata, ripresa dal gruppo di improvvisati terroristi, che ha già fatto scattare più di una polemica: c’è chi ha detto che trent’anni sono pochi, per poter scherzare con immagini che tanto ricordano il caso Moro e gli anni di piombo. Ma il film di Pellegrini è assolutamente spontaneo, coraggioso e dotato di un tale candore di fondo (il cui massimo esponente è rappresentato dal personaggio interpretato da Favino, sempre più bravo) che risulta un po’ forzato gridare all’inadeguatezza tematica. Figli delle stelle è una commedia fresca e divertente, nella quale non mancano spunti che invitano alla riflessione, e ha un trailer che non le rende affatto giustizia.

Voto 7

Qui trovate le videointerviste al cast del film

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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