Addio a Franco Citti

Di Carolina Tocci
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Franco_Citti

Si è spento ieri sera a Roma Franco Citti, aveva 80 anni ed era malato da tempo. A dare la notizia è stato l’amico di sempre Ninetto Davoli. Scoperto da Pasolini, che lo volle protagonista di Accattone nel 1961, Citti da allora divenne il volto simbolo del suo cinema, recitando anche in EDipo Re, Mamma Roma, Porcile e nel Decameron.

 



Ma la carriera di Citti non è legata solo a Pier Paolo Pasolini. Nel 1970 suo fratello Sergio lo coinvolge nel suo film di debutto, Ostia e poi, insieme a Cerami, nei successivi Casotto (1977), Il minestrone (1981). Collabora anche con Fellini, Zurlini, Petri, Ferreri e Lizzani e si concede qualche incursione internzaionale di rilievo (è ne Il Padrino di Coppola).

Citti_Pasolini

 

Nel 1998 l’esordio alla regia “con la fraterna collaborazione di Sergio Citti” (come recitano i titoli di testa): Citti dirige se stesso e Fiorello in Cartoni animati, un film di evidente ispirazione pasoliniana nel quale l’artista romano torna quasi a rivestire il ruolo di Accattone. Attivo anche in teatro, aveva recitato in Salomè di Carmelo Bene nelle vesti di Giovanni Battista.

 

Pier Paolo Pasolini lo descriveva affettuosamente così: «Ancora cucciolo, timidissimo, con gli occhi d’angoscia della timidezza e della cattiveria che deriva dalla timidezza, sempre pronto a dibattersi, difendersi, aggredire, per proteggere la sua intima indecisione: il senso quasi di non esistere che egli cova dentro di sé. Per contraddire questa sua ingiusta incertezza d’esistenza, egli non ha altri strumenti che la propria violenza e la propria prestanza fisica: e ne fa abuso. (…) Come tutti coloro la cui psicologia è infantile, Franco ha un profondo senso della giustizia. Sente profondamente la propria colpa quando commette qualcosa di ingiusto e non sa ammettere che altri compiano qualcosa di ingiusto. Questa consacrazione, avvenuta nella sua infanzia, di un fondamentale senso di giustizia, e quindi di colpa, fa sì che tutta la sua vita sia pervasa da qualcosa di mitico, di rigido, di immodificabile (come in tutte le consacrazioni). Ha dovuto costruirselo da sé questo senso di giustizia (nelle strade della Maranella, negli istituti di educazione), e l’ha fatto male. (…)

 

 

 

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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