Roman Polanski perdonato, la vittima chiede l’archiviazione

Di Carolina Tocci
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Polanski_Geimer

Roman Polanski e Samantha Geimer nel 1977

Giustizia non è solo castigo“. Per la prima volta in 40 anni la donna stuprata da Roman Pola?ski  quando era una ragazzina tredicenne, Samantha Geimer, si è rivolta a un giudice chiedendo di archiviare il caso.
“Giustizia è anche equità e considerazione”, ha detto la Geimer nel chiedere al tribunale di mettere la parola fine alla pluridecennale vicenda che l’ha vista involontariamente protagonista. La donna, che oggi ha 53 anni, ha suggerito al giudice della Corte Suprema di Los Angeles Scott Gordon che il regista riceva in contumacia una pena pari a quella già scontata: “Senza sminuire la responsabilità del signor Pola?ski, la imploro di decidere in questo senso per chiudere la questione come atto di pietà per me e per la mia famiglia“.
L’appello della donna ha trovato un muro nella procura di Los Angeles. Il giudice Gordon ha promesso una decisione scritta quanto prima. Se dovesse essere favorevole al regista sarebbe la parola fine su una vicenda che si trascina da 40 anni.

Che cosa accadde quella sera del 1977 a casa di Jack Nicholson?

 

 

Samantha Geimer fotografata da  Roman Polanski

Samantha Geimer fotografata da Roman Polanski

Nel marzo del 1977, Pola?ski venne accusato di “violenza sessuale con l’ausilio di sostanze stupefacenti” ai danni di una ragazzina di tredici anni e undici mesi, Samantha Geimer, modella, figlia di una conduttrice televisiva. Pola?ski aveva chiesto alla madre della ragazza il permesso di fotografarla come parte del suo lavoro per l’edizione francese di Vogue, che il regista era stato invitato fare e la donna dette l’ok per un servizio fotografico privato. Il fatto avvenne nella villa di Jack Nicholson che quel giorno non era in casa, mentre la sua compagna, Angelica Huston, tornò mentre i due erano ancora insieme. La Geimer citò la Huston dicendo che essa si insospettì di ciò che stava succedendo dietro la porta della camera chiusa e cominciò a bussare, ma smise quando Polanski le disse che stavano finendo il servizio fotografico.

L’arresto di Roman Polanski

L'arresto di Roma Polanski

L’arresto di Roma Polanski

Il procedimento di accusa si svolse con grande attenzione da parte dell’opinione pubblica, dati i nomi coinvolti e l’avvocato della Geimer, al fine di proteggere la sua assistita, propose, in sede di procedimento preliminare, un patteggiamento per evitare che la sua assistita non dovesse deporre pubblicamente in tribunale. Il Pubblico Ministero si dichiarò d’accordo, come anche il difensore di Pola?ski e l’accusa venne ridotta al solo capo di rapporto sessuale extramatrimoniale con persona minorenne, del quale Pola?ski si dichiarò colpevole. Il giudice riconobbe che non c’era stata alcuna violenza sessuale, ma solo il fatto che Pola?ski avesse approfittato di una minorenne, compiendo un atto sessuale non lecito, ma non uno stupro. A causa dell’età della vittima, fu prescritta ai sensi di legge una perizia psichiatrica del reo, per la quale Pola?ski fu mandato per 90 giorni nella prigione di Stato californiana a Chino.
Dopo aver trascorso 42 giorni in prigione per l’aggressione della teen-ager, Pola?ski decise di fuggire in Francia alla vigilia della sentenza: temeva infatti che l’accordo con la procura sarebbe stato respinto e che avrebbe dovuto passare anni in prigione.

Una latitanza che dura da 40 anni

Essendo ricercato dall’Interpol, Pola?ski non avrebbe potuto recarsi in nessuna delle nazioni che presumibilmente lo avrebbero consegnato alle autorità americane. Nel settembre 2009, il regista fu stato arrestato dalla polizia svizzera all’aeroporto di Zurigo durante il tentativo di entrare in Svizzera. Pola?ski aveva programmato di partecipare al Festival di Zurigo per ricevere un premio alla carriera. L’arresto fece seguito ad una richiesta da parte degli Stati Uniti alla Svizzera di arrestare Pola?ski. Il 12 luglio 2010 le autorità svizzere annunciarono però che non avrebbero estradato Pola?ski negli Stati Uniti, a causa di un errore nella richiesta americana di estradizione: secondo loro il regista aveva  già scontato la sua pena e, pertanto, sia il procedimento su cui si fonda la richiesta di estradizione degli Stati Uniti, sia la stessa richiesta non aveva più alcun fondamento.



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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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