Tutto parla di te

Di
Share

Gioie e dolori dell’essere madri. Ma soprattutto dolori, difficoltà, dubbi, ansia e oppressione: tutto quanto avremmo voluto sapere su quanto è difficile essere madri e su come molte donne non reggono questa esperienza, e non abbiamo mai osato chiedere o guardare davvero. Eppure il coraggio e la forza di parlare “al femminile” – senza scadere nel retorico o nel banale – di un evento complesso come la maternità che può dare sì enorme gioia ma anche cupa angoscia, fino al punto di non ritorno, qualcuno l’ha avuto, e si potrebbe aggiungere finalmente, in un panorama stereotipato di mamme perfette e felici di rinunciare a tutto per i figli.



Si tratta della regista e documentarista milanese Alina Marazzi (già nota per Un’ora sola ti vorrei, bellissimo ed intimo omaggio dedicato alla madre, e Vogliamo anche le rose), selezionata al Festival Internazionale del Film di Roma 2012 nella sezione CinemaXXI con Tutto parla di te, suo primo lungometraggio con incursioni documentaristiche, genere a lei caro, ed archivistiche. “Ero con mio figlio appena nato – ha raccontato la regista – quando una donna mi avvicinò dicendomi con un sorriso: Che belli i bambini quando sono in braccio agli altri”.

“Questa frase mi fece riflettere sulla conflittualità che può manifestarsi in questo rapporto. Ogni madre conosce quel sentimento in bilico tra l’amore e il rifiuto per il proprio bambino. Una tensione dolorosa da vivere e difficile da confessare, perché va contro il senso comune di quel legame primordiale”. La Marazzi si avvicina con discrezione al tema scottante delle difficoltà e dei traumi derivanti alle neo-mamme dalla maternità, dalle responsabilità e sottrazioni di libertà che l’avere figli comporta. L’indagine psicologica e la ricerca di significati è affidata, nella parte di fiction, alla magnifica Charlotte Rampling, nei panni di Pauline, la protagonista del film, che torna dopo molti anni a Torino nella casa di famiglia: tra i ricordi emergenti di tragedie vissute in prima persona, gli incontri con l’amica psicologa che dirige un Centro maternità e le incredibili storie personali raccontate da donne che hanno vissuto esperienze  di maternità difficili (tratte da interviste fatte realmente dalla regista), si dipana una trama sottile, il cui scopo ultimo è quello di portare alla luce un tema forte e spesso tenuto sotto silenzio.

Essere madre non è sempre una gioia, per molte è un trauma insuperabile, che può portare fino all’omissione di cure ed al tentato o compiuto infanticidio. I racconti autobiografici delle donne intervistate, sia pur trattati con pudore, appaiono nella loro verità spesso cruda e drammatica, complessi come la vita, e sfatano il tabù della madre necessariamente amorevole e felice. L’incontro della protagonista, Rampling/Pauline, con Emma (l’attrice Elena Radonicich), una giovane madre in crisi perché costretta a lasciare la danza dopo la nascita del figlio e oppressa dal senso di responsabilità fino a voler allontanare fisicamente da sé il neonato, farà nascere una complicità che aiuterà entrambe le donne a fare i conti con la propria fragilità. I filmati d’archivio, i filmini in Super8 e le foto di famiglia, molto utilizzati nel film, segnano in modo inconfondibile la cifra stilistica della regista, che continua a fare i conti con il rapporto madre-figlia, con i suoi fantasmi di figlia e le sue paure di madre, restituendo un prodotto originale, fra fiction e realismo.

“Con questo film – ha affermato la Marazzi – ho voluto raccontare l’ambivalenza del sentimento materno e la fatica che si fa ancora oggi ad accettarla ed affrontarla. Per restituire la complessità di questo sentimento ho voluto integrare la fiction con materiali diversi: filmati d’archivio, animazioni, elementi documentari, con i quali evocare i vari livelli emotivi che questa tensione muove in chi la vive”. Coprodotto da Italia e Svizzera, Tutto parla di te ha vinto, tra i premi paralleli al Festival Internazionale del Film di Roma 2012, il Premio Taodue La Camera d’Oro 2012, che ha designato Alina Marazzi miglior regista emergente.

Voto 7

Recensione a cura di Elisabetta Colla
(www.binarioloco.it)

Share

Comments

About author

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

63 + = 70

Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Chiudi