Visti a Roma: 31 ottobre

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E’ vero, Let Me In è un altro remake, ma difficilmente l’operazione avrebbe potuto ottenere risultati migliori. Decisamente più gotico, splatter e violento rispetto al titolo svedese, il film di Matt Reeves non potrà non convincere chi ha apprezzato l’originale. Il giovanissimo protagonista Kodi Smit-McPhee, (già visto recentemente al fianco di Viggo Mortensen in The Road) riesce a tenere sulle sue esili spalle l’intero peso di una pellicola ben scritta e diretta. Accanto a lui la bella e brava Chloe Moretz (ve la ricordate in The Eye accanto a Jessica Alba?) un’altra giovanissima promessa di Hollywood. Allontanandosi in modo netto dall’immagine del vampiro twilightiano che ultimamente impazza al cinema e sul piccolo schermo, Reeves torna a giocare con il suono (così come aveva fatto in Cloverfield) come elemento fondamentale e funzionale alla suspence di cui è intrisa la storia che racconta. La sua regia scorre fluida e senza intoppi, sostenuta dalla supervisione della mitica Hammer Film Productions, che di horror in effetti sembra saperne più di qulcosa.

Voto 8

The Poll Diaries
(Germania, 2010)
Regia: Chris Kraus
Categoria: In concorso

Alla vigilia della prima guerra mondiale la quattordicenne Oda von Siering (Paula Beer) fa ritorno a casa, a Poll sulla costa del Baltico, regione dove faticosamente convivono tedeschi, russi ed estoni, ai confini tra Germania e Impero Russo durante l’oscuro declino di un’epoca. Il padre di Oda, Ebbo (Edgar Selge), è uno scienziato morboso e inquietante che predilige oscuri esperimenti sulla razza e controlla la famiglia in modo crudele, in particolare la zia Milla, aristocratica perduta tra musica e tradimenti. Curiosa e ribelle, Oda finisce per prendersi cura di un anarchico estone ferito (Tambet Tuisk), nascondendolo agli occhi di tutti. Ma quel che sembrava un romantico gioco infantile si trasforma presto in atto di sfida capace di innescare un’incontrollabile reazione a catena, l’alba di una rivoluzione che verrà.

L’ambientazione sulle coste del Mar Baltico è mozzafiato, con la giovane protagonista Paula Beer, qui alla sua prima prova attoriale, assolutamente riuscita. Due ore e dieci sono un po’ troppe per un storia che stenta a decollare, ma i ritmi lenti e letargici in parte sono funzionali per farsi cullare dalla vicenda (e il termine non è casuale, dato che il nostro vicino di poltrona ha dormito per oltre metà film). Una bella pellicola “da festival” in cui succede poco e solo alla fine. Che vedranno in pochi ma che formalmente è inattaccabile.

Voto 7

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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