MIA Market 2019: la quinta edizione sarà dal 16 al 20 ottobre
— 2 giugno 2019Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
Scheda
(Id. USA, 2011)
Uscita: 9 settembre 2011
Regia: J.J. Abrams
Con: Kyle Chandler, Elle Fanning, Ron Eldard
Durata: 1 ora e 52 minuti
Distribuito da: Universal Pictures
Operazione nostalgia. Chi, come noi, era bambino negli anni Ottanta ed è cresciuto a Spielberg e spaghetti, sa di cosa parliamo. Preparatevi quindi a salire su una Delorean e a tornare indietro di una trentina d’anni. 1979. Prendete un gruppo di ragazzini, metteteli in un paesino dove non c’è niente per loro se non sognare di fare cinema. Durante le riprese di uno sgangherato cortometraggio, i giovani protagonisti diventano testimoni di un terribile incidente: un treno dell’esercito americano deraglia, dentro ai container c’è una mostruosa creatura che diffonde il panico nel paese. All’indomani sul luogo dell’incidente compare un’intero plotone di soldati che tiene lontani non solo i curiosi, ma anche il vice-sceriffo che comincia a sentire puzza di bruciato. Joe e il suo amico Charles portano a sviluppare la pellicola in cui è ripreso il deragliamento con l’intenziione di utilizzarlo nel loro film, scoprendo qualcosa che non avrebbero mai immaginato.
Gli elementi che hanno caratterizzato il cinema di Spielberg negli anni Ottanta (qui in veste di produttore esecutivo), ci sono tutti: amore, coraggio, problemi legati all’adolescenza, extraterrestri, stelle e cinefilia. Così come non mancano gli elementi più abramsiani: la creazione dell’attesa e il suo essere maestro di misteri non svelati. Niente è lasciato al caso in Super 8, tutto è perfettamente calcolato e confezionato. A cominciare dal cast, ricco di baby attori notevoli, capitanati dalla sensazionale Elle Fanning (sorella minore di Dakota), la cui prova lascia senza fiato. Il coinvolgimento emotivo c’è, non c’è dubbio, ma quello che disturba nel film è l’ansia tangibile di voler somigliare ad altro: dalla poltrona del cinema si percepisce questo continuo desiderio di emulare, più che di ossequiare, che toglie spontaneità alla fruizione e al modo in cui la storia viene assorbita. Va bene l’omaggio, ma qui si tratta di mimesi! Sul finale, poi, ci aspettavamo qualcosa di meno melenso. Insomma, Super 8 è una sorta di ingombrante lettera d’amore, costata cinquanta milioni di dollari, che Abrams ha destinato al suo mentore Spielberg. Star Trek continua, a nostro avviso, a rimanere la miglior prova di Abrams. Un consiglio: rimanete seduti dopo la fine del film.
Voto 6
Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.
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