Mission: Impossible – Protocollo fantasma

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Tom Cruise torna a vestire i panni di Ethan Hunt per la quarta volta, totalmente e completamente. Nel senso che nonostante le numerose scene ad alto rischio contenute nel film, non ha voltuto neanche sentir parlare di controfigura. Quando lo vedete in scena, quindi, in qualunque inquadratura o angolazione, state pur certi che si tratta di lui e di nessun altro. Il cinquantenne più in forma di Hollywood, palestratosi a dovere per entrare nelle tutine dell’agente Hunt, si è messo in gioco completamente, per tentare di rilanciare un’immagine ultimamente un po’ offuscata da scelte non proprio azzeccate sia in ambito professionale che privato. Così se il ruolo del colonnello von Stauffenberg in Operazione Valchiria, pellicola diretta da Bryan Singer su un complotto contro Hitler in cui era alle prese con un personaggio non facile (ricordate che aveva un occhio solo, oltre a un braccio e una mano finti?), non è riuscito a guadagnarsi i favori del pubblico, non gli è andata meglio nemmeno con quello della spia Roy Miller nel più recente action a tinte rosa Innocenti bugie, accanto a Cameron Diaz. Se a questo uniamo le copertine dei giornali di gossip dedicati a sua figlia Suri che a cinque anni se ne va in giro per Ocean Drive con tanto di rossetto a comprare scarpe col tacco griffate da indossare alla scuola di Scientology, non è difficile capire che anche uno come Cruise può perdere consensi.



Ma per l’ex Top Gun nessuna Mission risulta davvero Impossible. E Protocollo fantasma ne è la prova. A fronte dei centoquaranta milioni di dollari di budget, il film fino ad ora ne ha incassati centonovantotto solo negli Stati Uniti, superando il mezzo miliardo nel resto del mondo. Accanto allo stesso Cruise, nelle vesti di Produttore Esecutivo, troviamo J.J. Abrams,(regista del terzo M. I.) il RE Mida del piccolo schermo, l’uomo dei miracoli, mentre al timone troviamo il veterano della Pixar Brad Bird, che ha firmato gioiellini come Gli Incredibili e Ratatouille e che si è cimentato per la prima volta con una pellicola live action.

La trama di Protocollo fantasma è tutt’altro che complessa: l’agente operativo dell’IMF Ethan Hunt viene messo al bando dal governo americano insieme ai suoi collaboratori. E’ accusato di aver ideato e messo a segno un grave attentato al Cremlino. Il Presidente avvia il Protocollo Fantasma: Hunt, senza più risorse e sostegno, dovrà trovare il modo per riscattare il nome della propria agenzia ed evitare in tempo una guerra nucleare. Non è da solo in questa folle avventura, con lui ci sono il misterioso William Brandt (Jeremy Renner), l’imbranato Benji Dunn (Simon Pegg), e la sexy Jane Carter (Paula Patton), mentre il ruolo del villain è stato affidato a Michael Nyqvist (il Mikael Blomkvist della trilogia svedese  Millennium).
Tenetevi pronti a due ore abbondanti di pura adrenalina, supportati da una trama che riesce a trovare la giusta armonia tra la star assoluta e i suoi comprimari, in questo capitolo della saga più torniti e umanizzati rispetto ai precedenti. Certo la sceneggiatura è pressoché inesistente, fatta di tante missioni impossibili che il nostro eroe ovviamente supererà con ogni mezzo, ma in un film del genere è una carenza tutto sommato sopportabile. Lo spettacolo, però, è assicurato.

Voto 7

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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