Re della terra selvaggia

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The whole universe depends on everything fitting together just right. If one piece busts, even the smallest piece… the entire universe will get busted.



(L’universo intero si regge sull’incastro perfetto di tutte le cose. Se un pezzo, anche il più piccolo, si rompe, tutto è destinato a crollare).

Una bimba, il suo papà, la sua mamma che non c’è più, la maestra, gli amici del papà, gli animaletti (alcuni molto strani), la natura selvaggia, l’acqua, il fuoco, la terra, la fantasia, la fiaba, l’impresa epica da compiere per il bene dell’intero universo.

Avete già sentito e visto tutto ciò al cinema un milione di volte? Ecco, dimenticatelo completamente perché, sin dalla prima inquadratura di Beasts of the Southern Wild, coraggiosamente distribuito da Satine Film, che non ringrazieremo mai abbastanza, vi renderete conto di trovarvi in uno spaziotempo altro, una dimensione parallela in cui esseri umani che definire “forzatamente borderline” sarebbe riduttivo, vivono in simbiosi con animali, piante ed elementi naturali in un modo mai mostrato prima sul grande schermo, in un modo che non avreste mai creduto possibile.

Se questo primo lungo dell’eccezionale visionario Benh Zeitlin (classe 1982, Ladies and Gentlemen!) fosse stato un documentario di 45 minuti su un gruppo di poveri sopravvissuti a Katrina, nella martoriata Louisiana abbandonata da Dio e dallo Stato, avrebbe meritato comunque un premio ma qui siamo di fronte a ben altro! Le atmosfere, infatti, con i dovuti distinguo, ricordano gioielli diversi tra loro e fusi mirabilmente insieme come Il labirinto del fauno e Fitzcarraldo immersi in una natura ancestrale e sanguigna, densa e magicamente, profondamente nera.

Come se queste meraviglie narrative non bastassero a candidare Beasts all’Oscar 2013 come Miglior Film…sullo schermo arriva lei ed il mondo non è più lo stesso. Di una bellezza, di una dolcezza, di un talento tale…da lasciare letteralmente senza fiato. E’ lei, la più giovane candidata all’Oscar come Miglior Attrice Protagonista, il vero Re della terra selvaggia (titolo italiano del film) ed il papà insiste su questo punto perché vuole che lei diventi forte come un uomo prima che il suo cuore cessi di battere e lui non sia più in grado di proteggerla (quelle sequenze, l’intero rapporto padre-figlia, i loro racconti – papà mi ha raccontato che la mia mamma era talmente “hot” da far bollire l’acqua solo passando accanto alla pentola – sono la linfa vitale dell’opera), una forza della natura che azzera i parametri di valutazione delle attrici cui siamo abituati. Talmente professionale da risultare, sempre, spontanea al 100% nel dolore, nella gioia, nella rabbia furibonda.

Quvenzhané Wallis, oggi, ha nove anni ma quando la vedrete sullo schermo (risultata vincente in un casting di ben 3500 bambini), pensate che ne aveva sei. Non v’è nulla da aggiungere perché Beasts of the Southern Wild, rivelazione al Sundance 2012, va assaporato, respirato e vissuto.

Voto 8

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