Spring Breakers- Una vacanza da sballo

Di
Share

Una pellicola estrema, ardua da digerire e anche socialmente scomoda, ma da Harmony Korine non ci aspettavamo certo una fiaba rassicurante. Presentato In Concorso all’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Spring Breakers (titolo a cui nell’edizione italiana è stato aggiunto un esplicativo Una vacanza da sballo) ci porta a seguire le vicende di quattro studentesse americane (Vanessa Hudgens, Selena Gomez, Rachel Korine e Ashley Benson) che pensano bene di di trovare i soldi per le loro vacanze di primavera rapinando un fast food. Ma questo è solo l’inizio. Raggiunto il loro scopo, le ragazze partono per l’ambita meta: Miami. Ma il divertimento dura poco perché, dopo aver partecipato ad un party, vengono arrestate a un posto di blocco per detenzione di droga. Ubriache e con addosso solo il bikini, le quattro ragazze vengono portate dal giudice e messe dietro le sbarre. Rilasciate grazie alla cauzione pagata da Alien (James Franco), un criminale dal cuore tenero che le prende sotto la sua protezione, le studentesse  vivranno insieme a lui dei giorni davvero indimenticabili.



Il cosiddetto Spring Break, ovvero intervallo di primavera (più o meno il corrispettivo delle nostre vacanze di Pasqua) altro non è che una settimana di vacanza concessa agli studenti degli Stati Uniti, divenuto ormai sinonimo di sballo e puro divertimento. Harmony Korine (qui alla sua quinta regia) dopo aver scritto la sceneggiatura di Kids di Larry Clark a soli ventun’anni ed essersi fatto conoscere con opere disturbanti e indie fino al midollo come Gummo e Mr. Lonely, torna a parlare di adolescenti con il suo stile estremo e spiazzante. La psicologia e i desideri delle quattro studentesse (due delle quali, Vanessa Hudgens e Selena Gomez, arrivano direttamente dal patinato universo Disney, mentre Rachel Korine è la giovane moglie del regista) vengono sbattuti in faccia al pubblico attraverso immagini di bikini succinti, party a base di droga, alcol, armi e soldi facili e sporchi. Dietro a questo mondo pop, caratterizzato da colori fluo accecanti che ben nascondono i disagi di un paese in cui la superficialità e gli eccessi hanno preso il posto dell’American dream, si cela la denuncia di Harmony Korine al sistema. La nuova galleria di personaggi borderline e grotteschi portata alla ribalta dal regista californiano, primo su tutti un irriconoscibile James Franco gangsta rapper con tanto di treccine e dentatura dorata, questa volta è rappresentata da anime pure, rese “sporche” dal contesto sociale, dalla noia, dalla muffa con cui sin da piccoli sono stati costretti a convivere, dall’abisso sempre pronto a risucchiarli. E allora tutto si ribalta, sogni compresi. Benvengano i soldi facili, l’irresponsabilità, il vivere di eccessi e alla giornata: in un balletto illuminato dai neon in cui tutto è ostentazione.

Più che un film, Spring Breakers sembra un lungo esercizio di videoarte, un videoclip antinarrativo in cui l’unico limite diventa la sopportazione dello spettatore: Britney Speras è l’icona pop di cui si cantano i successi a squarciagola, il mondo dei videogiochi è l’universo agognato dalle Spring breakers e l’immaturità che dimostrano queste quattro squinzie è tale da lasciare senza parole. Insomma, queste bad girl più che la personificazione del peccaminoso e del trasgressivo, con i loro dialoghi ridicoli e le loro frasi ripetute che suonano come degli inni di battaglia, rappresentano tutta l’inconsistenza di una società in declino. E Korine trova un modo interessante per denunciarlo. Peccato che, se si esclude il piano sequenza della rapina al fast food e pochi altri momenti registicamente illuminati, destrutturando quel che resta del film rimangono pochi elementi accomunabili con il concetto di cinema. Una storia praticamente inesistente, un non-script con dialoghi ai limiti del ridicolo, un cast di attrici belle e basta che ripetono le battute fino allo sfinimento. Però, nonostante questo, Spring Breakers ha un suo perché.

Voto 6

Share

Comments

About author

Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

1 + 6 =

Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Chiudi