Noi e la Giulia

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Siamo la generazione del piano B. Lavorare in questo Paese fa così schifo che quando allo schifo per il lavoro si aggiunge quello per la città cominci ad elaborare il tuo piano B. A vent’anni era il chiringuito sulla spiaggia. A quaranta, quasi sempre, si tratta di un agriturismo“.



Quanta verità! Per il suo terzo film da Regista, dopo Diciotto anni dopo (2010) e Buongiorno papà (2013), Edoardo Leo punta tutto sul tema dell’ingiustizia assurta a normalità e ci costruisce attorno un mondo tanto reale quanto ricco di elementi che rasentano il fantastico.
Tratto dal di romanzo di Fabio Bartolomei Giulia 1300 e altri miracoli, Noi e la Giulia ruota attorno alla storia di tre quarantenni (Luca Argentero, Stefano Fresi e Edoardo Leo) in fuga dalla città e dalle proprie vite, che da perfetti sconosciuti si ritrovano uniti nell’impresa di aprire un agriturismo. A loro si unirà Sergio (Claudio Amendola), un irriducibile comunista cinquantenne vecchio stampo, ed Elisa (Anna Foglietta), una giovane donna incinta di non si sa bene chi. I loro piani, però, verranno ostacolati dall’arrivo di un camorrista (Carlo Buccirosso) a bordo di una Giulia 1300 venuto a riscuotere il pizzo.

Sei personaggi non tanto in cerca d’autore quanto di un piano b, un’occasione per reinventarsi che, quando si presenta e stanno lì lì per afferrarla, si allontana perché “accà ‘e ccose stanno accussì”, dice loro un improbabile esponente della cricca locale.
Sceneggiato da Edoardo Leo e Marco Bonini, Noi e la Giulia è un altro tentativo, riuscito, di affrotare il tema della criminalità organizzata ironizzandoci su, un po’come ha fatto Pif nel suo La mafia uccide solo d’estate. E forse seppellire quel mondo malato, fatto tanto di vessatori a bordo di una Giulia dall’autoradio che ha vita propria, quanto di ragazzini a bordo di uno scooter senza casco (guardateli bene, sono i ragazzi di Gomorra!) con una risata, è la soluzione. Non tanto di combatterlo, ovvio, quanto di screditarlo.

Il regista e attore romano, grazie a un cast davvero ben assortito che vede in un divertente Carlo Buccirosso (sue le battute migliori) e in un maturo Claudio Amendola (che personaggio!), abilissimo nel dosare il lato rivoluzionario e quello umano del suo Sergio, le sue punte di diamante, ha saltato il fosso che divide gli autori che si faranno da quelli che hanno qualcosa da dire. Uno dei punti di forza del suo cinema risiede sicuramente nel contesto realistico che si impegna a portare sul grande schermo e, in questo specifico caso, nell’ampio respiro che riesce a dare alla storia, soprattutto nella sua parte centrale. Girato bene, con uno stile efficace nell’alternare inquadrature bizzarre e particolari, quando lo script lo richiede, ad altre più classiche e discrete assolutamente funzionali alla fluidità della narrazione, Noi e la Giulia è un film denso e divertente, nonostante qualche lungaggine in un finale inutilmente enfatico e la voce fuori campo del personaggio di Argentero che a tratti risulta retorica e invadente.

Voto 7

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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