Bad Dads, i padri peggiori del cinema

Di Redazione
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Il cinema ha affrontato spesso il tema del rapporto padre-figli, tratteggiando tanto figure paterne positive e rassicuranti quanto perfide e terribili. In occasione della festa del papà, noi di Movielicious ci siamo messi a pensare ai padri peggiori mai visti sul grande schermo. Padri biologici. E queste sono le mini classifiche, risultato delle nostre elucubrazioni a riguardo.



FRANCESCO BERNACCHIO



3) Rand Peltzer (Hoyt Axton) – Gremlins 1984
L’intenzione era buona, ma resta il fatto che comprare uno strano esserino in uno strano negozio con uno strano vecchio cinese che ti sconsiglia l’acquisto non è una mossa delle più intelligenti. Infatti, a momenti un’intera città veniva divorata dai mostri.

2) Ed Wilson (Rodney Dangerfield) – Natural Born Killers 1994
Se tua figlia diventa un’assassina seriale, forse devi farti un esamino di coscienza sulle tue capacità genitoriali. Del resto, il papà della dolce Mallory ha dato un nuovo significato al concetto di “abuso” sul Grande Schermo.

1) Anakin Skywalker/Darth Fener (David Prowse) – Star Wars: Episodio V – L’impero colpisce ancora 1980

Rivelare a un figlio che si è il proprio padre biologico dovrebbe essere un gesto compiuto con estremo tatto, e non alla fine di un duello a colpi di spada laser e l’invito a unirsi al Lato Oscuro. Fener ha avuto una vita difficile, ma questo non giustifica la delicatezza da elefante con l’asma.



ANDREA BOSCO

3) Padre (Themis Panou) – Miss Violence 2013
Punto di non ritorno della ribollente new wave greca, l’opera seconda di Alexandros Avranas – Leone d’Argento a Venezia70 e Coppa Volpi allo stesso Panou – è un’antropica, destabilizzante e gelida attualizzazione del canone classico in cui rivivono, nella mostruosità del presente e della realtà, gli echi allegorici del mito e della cosmogonia. Fulcro titanico di un’aberrante normalità dove Caos e Ordine non si distinguono più è un distinto patriarca in giacca e cravatta non solo oppressivo fino alla tirannide, ma anche capace di un sistema di abusi di insostenibile efferatezza su cui, per mantenere intatto lo shock, preferiamo tacere.

2) Stan (Serge Gainsbourg) – Charlotte for Ever 1986
Il testamento artistico del celebre chansonnier è uno dei più disturbanti, malsani e pulsanti drammi familiari di tutta la recente produzione francese, reso ancor più complesso dall’impossibilità di separare nitidamente l’elemento finzionale da quello smaccatamente autobiografico. Charlotte for Ever è un ossessivo, patologico monumento alla figlia allora quindicenne divenuta oggi l’attrice di culto per eccellenza della scena autoriale contemporanea, spiata con occhio sornione e a inconcepibile metà fra l’irresistibile e il rivolante, al centro di un’adorazione che sfocia nell’erotico e in un gioco al massacro fra due personalità allo sbando.

1) Padre (Ray Winstone) – Zona di guerra 1999

La famiglia disfunzionale è qualcosa di dannatamente serio.
L’unica sortita dietro la macchina da presa del fuoriclasse londinese Tim Roth è uno dei grandi capolavori misconosciuti e dimenticati del cinema inglese di fine secolo, un’angosciante e implacabile decostruzione del focolare domestico fra le più agghiaccianti di sempre, e nel profilo da orco di un rubizzo, sanguigno Ray Winstone non si scorge la semplice figura di un padre padrone disperatamente incestuoso e brutale, ma la trasfigurazione vicina e concreta delle nostre paure più ancestrali e dei nostri conflitti interiori più insanabili.


FABIO GIUSTI

3) Royal Tenembaum (Gene Hackman) – I Tenembaum 2001
L’anaffettività di un padre sempre troppo esigente rende i suoi tre figli prima, nel tentativo di compiacerlo, dei bambini prodigio e poi, di fronte all’indifferenza più totale, gli adulti più soli e insicuri del mondo.
I Tenembaum, in quest’ottica, rappresenta un riuscito compendio di psicanalisi familiare e il capofamiglia Royal, pur nella sua simpatica cialtroneria, il padre che nessuno dovrebbe mai avere.

2) Bill Mapplewood (Dylan Baker) – Happiness 1998
Nella scena probabilmente più disturbante di tutto il cinema americano, Todd Solondz lascia che un padre spieghi al proprio figlio cosa voglia dire essere un pedofilo e le motivazioni che lo hanno spinto a narcotizzare un suo compagno di scuola per poi abusare di lui.
Non c’è molto altro da dire.

1) Giacinto Mazzatella (Nino Manfredi) – Brutti, sporchi e cattivi 1974

Figura archetipica di padre cattivo, Giacinto Mazzatella è un vecchio patriarca di origini pugliesi che tratta i troppi parenti stipati insieme a lui in una baracca più o meno come animali, nasconde loro i soldi ricevuti come indennizzo per aver perso un occhio e non esita a sparare ad uno dei suoi figli quando teme che questi lo abbia derubato.
Il concetto di famiglia disfunzionale nasce più o meno qui.



CAROLINA TOCCI

3) Jack Torrance (Jack Nicholson) – Shining 1980
In Shining assistiamo al deterioramento psichico di Jack Torrance, lo vediamo trasformarsi sotto i nostri occhi da frustrato padre di famiglia con ambizioni letterarie (nel romanzo di King da cui il film è tratto è anche un alcolizzato) a furioso omicida. “Io, le mani addosso, non gliele ho messe, non l’ho toccato. Io, quella piccola santa testolina, non la toccherei neanche con un dito: io lo amo, quel mio figlietto di puttana!”. Difficile essere eletti papà dell’anno con questi presupposti.

2) Col. Fitts (Chris Cooper) – American beauty 1999
In realtà in American Beauty tra Kevin Spacey/Lester Burnham e il colonnello Frank Fitts/Chris Cooper è una bella lotta. Ma è il secondo a meritare l’appellativo di bad dad, autoritario gretto e violento marine in pensione che rende impossibile la vita del figlio adolescente Wes, pusher sognatore, che viene insultato, umiliato e picchiato a sangue regolarmente.

1) Noah Cross (John Huston) – Chinatown 1974

Il nome Noah sembra essere ineludibilmente legato al destino di John Huston. Nel 1966 ne La Bibbia che diresse e interpretò, vestì proprio i panni del patriarca biblico e una manciata di anni dopo, rieccolo come un altro Noah, che di biblico ha davvero poco. Noah Cross è un personaggio del tutto negativo, uno dei peggiori della storia del cinema. Il fatto che sia anche uno dei padri più tremendi che si possano immaginare (violenta sua figlia, la mette incinta e poi, come se non bastasse, le uccide anche il marito) diventa quasi un aspetto secondario. “La maggior parte delle persone non affronta mai il fatto che, al momento giusto e nel posto giusto, sono capaci di tutto” è il motto di questo magnate démone che sembra arrivare dritto dall’Inferno.

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