Il segreto dei suoi occhi

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2009: C’era una volta un gran bel film argentino, Il segreto dei suoi occhi, un thriller ben costruito e dalle atmosfere insolite, diretto da Juan José Campanella, tratto dal romanzo omonimo scritto da Eduardo Sacheri e vincitore dell’Oscar per il Miglior Film Straniero nel 2010. Ambientato in una cupa Buenos Aires di fine anni Sessanta, racconta a storia di Benjamín Esposito, vicecancelliere in pensione del Palazzo di Giustizia ossessionato da un vecchio caso di stupro ed omicidio di oltre vent’anni prima.
2015: Hollywood tenta uno dei suoi colpacci tirandone fuori dal cilindro un remake.



La prima domanda è: perché? Per far conoscere una storia avvincente e ricca di colpi di scena alle nuove generazioni? Ma il film originale ha solo sei anni, non quaranta. D’accordo, è una pellicola argentina e questo la rende automaticamente di nicchia, ma la vittoria dell’Oscar e la successiva diffusione in ogni parte del mondo dovrebbe averla tirata fuori dal recinto dell’auotoriale che generalmente bolla tutto ciò che non è Made in Hollywood. Il motivo più probabile rimane allora quello di aver deciso di riportare alle luci della ribalta una vicenda solidissima e straziante che ben si adatta agli schemi del thriller a stelle e strisce. Il segreto dei suoi occhi diretto da Billy Ray (sceneggiatore di State of Play, Hunger Games e Captain Phillips – Attacco in mare aperto), cambia diversi elementi rispetto all’originale, a partire da tempo e luogo: veniamo catapultati in una Los Angeles ancora sotto shock, all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelli in cui seguiamo l’ex agente dell’FBI Ray (Chiwetel Ejiofor), ossessionato dall’omicidio della figlia della sua partner e grande amica Cobb (Julia Roberts). Il sospettato arrestato per l’omicidio, viene liberato a causa del suo ruolo chiave come informatore, infiltrato in una cellula di potenziali terroristi. Dopo 12 anni l’omicidio è ancora insoluto e Ray è costretto a confrontarsi con il suo passato e, in particolare, con l’agente con cui aveva condotto le indagini, Claire (Nicole Kidman), di cui è sempre stato innamorato.

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Sia che lo si guardi come film a se stante, sia che lo si guardi come remake di un ben più illustre predecessore, Il segreto dei suoi occhi non si staglia dalla medietà dei tanti thriller che arrivano dagli States. Nonostante il tris d’assi calato da Hollywood, con una Julia Roberts che ne esce vincitrice, è lo sviluppo narrativo a non essere avvincente e, dato il materiale narrativo di partenza, è tutto dire. Il film di Billy Ray fallisce infatti nel non riuscire a rendere memorabili i passaggi più importanti della vicenda, appiattendo tutto il racconto e impoverendolo della componente emotiva che nel romanzo e nel film del 2009 rappresentava l’elemento che faceva la differenza. Delle intuizioni felici ci sono, su tutte il modo in cui viene sottolineato come la lotta al terrorismo dopo l’11 settembre abbia fatto passare in secondo piano tutto il resto (concetto ben veicolato attraverso il personaggio interpretato da Alfred Molina), ma l’impressione generale che si ha è di osservare un prodotto pallido e incolore con qualche scena ricalcata sul modello argentino (anche il celebre piano sequenza, ma per fortuna Ray si ferma in tempo e lo fa durare pochi secondi). Chiwetel Ejiofor sembra sia stato paracadutato sul set a sua insaputa e la Kidman sempre più algida, eterea e impalpabile, esce fuori in una sola scena, una delle migliori in un film monotono e poco suggestivo.

Voto 5

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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