Ormai sappiamo che The Hateful Eight, attesa pellicola di Quentin Tarantino, uscirà in due versioni differenti: una in formato 70mm per le poche sale attrezzate, e un’altra in formato standard che sarà proiettata nella maggior parte delle sale che programmeranno il film.
Ma perché Tarantino ha voluto realizzare il suo western in 70 mm e che cosa aggiungerà questo formato in più alla pellicola? Ma soprattutto che cos’è un roadshow?
A spiegarcelo è lo stesso regista, accompagnato da alcuni suoi collaboratori, compreso Samuel L. Jackson. Di certo chi avrà la fortuna di vedere The Hateful Eight in 70 mm potrà ammirare paesaggi particolarmente spettacolari e molti più dettagli.
Nella featurette che segue ci sono alcuni dettagli sulle attrezzature tecniche utilizzate sul set e qualche sequenza inedita del lungometraggio. The Hateful Eight arriverà nelle sale italiane il 4 febbraio 2016. Il pubblico americano, invece, potrà goderselo già dal 25 dicembre.
Sul finire degli anni Cinquanta, per lanciare un film in formato panoramico, si iniziava con un’uscita limitata a poche sale, chiamata appunto roadshow. Erano vere e proprie serate di gala in cui lo spettacolo era introdotto da una ouverture musicale, c’era un intervallo durante il quale il pubblico poteva commentare quello che aveva visto e allo spettatore veniva consegnato anche un programma di sala, proprio come a teatro. Di solito le versioni cinematografiche dei roadshow erano anche più lunghe di quelle che arrivavano nei cinema.
I film lanciati con questa formula ormai dimenticata furono Ben Hur e Via col vento ma anche Lawrence d’Arabia; The Hateful Eight è stato girato in Ultra Panavision e Tarantino ha ricordato come sia stato letteralmente conquistato dalla spettacolarità di Ben Hur durante una visione in quel formato. Da lì la sua determinazione nel creare un’opera visivamente altrettanto coinvolgente.
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