Codice 999

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(Left to right) Chiwetel Ejiofor and Kate Winslet in TRIPLE 9.

Dopo l’America post-apocalittica nel distopico The Road e l’affresco non memorabile della realtà rurale ai tempi del Proibizionismo visto in Lawless, John Hillcoat con Codice 999 cambia strada e dirige un crime-thriller teso e convulso, con un cast di altissimo livello.
Atlanta. Michael Atwood (Chiwetel Ejiofor), ex membro delle Forze Speciali, capeggia una banda di corrotti agenti di polizia ed ex membri dell’esercito (Anthony Mackie, Clifton Collins Jr., Aaron PaulNorman Reedus) in un’audace rapina in banca che finisce con una frenetica sparatoria in autostrada. Il sergente Jeffrey Allen (Woody Harrelson) indaga sul caso, ignaro che proprio suo nipote Chris (Casey Affleck), un onesto poliziotto, sia diventato, senza saperlo, il partner di uno dei rapinatori della gang di Atlanta. Irina Vlaslov (Kate Winslet), spietata boss della mafia russo-israeliana, usa le maniere forti con i membri della banda per costringerli a tentare un’ultima, impossibile rapina. Per portare a termine il colpo sembra ci sia un unico modo: lanciare un 999, il codice speciale che indica un agente di polizia morto o gravemente ferito in servizio. In questo caso tutte le forze dell’ordine convergono sul posto, lasciando priva di sicurezza la città.



Codice_999

Buono lo spunto iniziale, così come le cupissime atmosfere di una periferia metropolitana in mano alle sottoculture criminali che Hillcoat gestisce senza intoppi. Il regista australiano non dà tregua allo spettatore e plasma la suspense attraverso sequenze violentissime e coreografiche, con tanto di teste mozzate e altre amenità che si rivelano estremamente efficaci per descrivere il degrado e la totale amoralità dello sporco mondo che racconta. Tra rapine in banca, agenti doppiogiochisti, la presenza latente della malavita organizzata e un cast di tutto rispetto, gli ingredienti per confezionare un prodotto al di sopra della media c’erano tutti. A non funzionare in questo interessante gangster movie in cui vince chi spara per primo, è allora la difficoltà di far convivere tanti generi all’interno di un’unica storia che parte come un heist-movie, si accascia durante una fase centrale eccessivamente indolente e si rianima nell’ultima mezzora in cui la componente action si prende qualche rivincita. Un’altalena di generi che compromette la fluidità narrativa di Codice 999 e che lo lascia qualche passo indietro rispetto alle altre pellicole che richiama e omaggia in modo tutt’altro che velato, dal The Departed di Scorsese a buona parte della filmografia di Michael Mann (Strade violente, Manhunter, Collateral). Il film c’è, anche se ci mette un po’ a decollare, ma affidare le sorti della storia ai tanti (troppi?) colpi di scena, alcuni dei quali prevedibilissimi, rimane una scelta interessante sulla carta, ma evidentemente troppo ardua da portare a termine, soprattutto per uno sceneggiatore alle prime armi come Matt Cook, autore dello script.

Voto 6

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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