I’m Not a Serial Killer

Di Fabio Giusti
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Scheda
(Id., USA 2016)
Regia: Billy O’Brien
Con: Max Records, Christopher Lloyd, Laura Fraser
Durata: 1 ora e 44 minuti

Christopher Lloyd as Bill Crowley and Max Records as John Cleaver in 'I Am Not a Serial Killer'

Immaginate che il protagonista de La finestra sul cortile non sia più il Jimmy Stewart ingessato del capolavoro di Hitchcock ma un quindicenne in piena crisi adolescenziale. E se è vero che l’idea era già stata sfruttata in parte in Suburbia , I’m Not a Serial Killer ne rappresenta una versione decisamente più indie. Tratto dall’omonimo romanzo cult di Dan Wells, il film dell’irlandese Billy O’Brien ha come protagonista John Wayne Clever (Max Records), un ragazzino con una sociopatia clinicamente diagnosticata e il terrore di diventare, nell’immediato futuro, un serial killer. Per il bene proprio – e anche per quello delle persone che ha intorno – John ha deciso di vivere la vita seguendo rigide regole che lo mantengano buono e normale.  Quando però una catena di efferati omicidi semina il panico nella piccola cittadina del Midwest in cui vive, il ragazzo inizia a investigare, rischiando di tirar fuori il proprio lato più oscuro pur di fermare l’assassino. Ma senza le regole che lo controllano, John rischia di diventare più pericoloso del mostro che terrorizza il paese.



C’è un’intuizione fondamentale che rende interessante questo piccolo film e cioè quella di girare un horror come se si trattasse del più classico dei coming of age. D’altronde l’adolescenza può facilmente apparire come un luogo orribile per cui ben venga una rappresentazione in cui il disagio tipico di quell’età sia mostro fisico prima ancora che mentale. La fascinazione del male, altro topos fondamentale di quasi ogni adolescenza, trova corpo in questo John Wayne Clever (già il nome, chiaro riferimento al serial killer John Wayne Gacy, è tutto un programma) che, dopo la scuola, aiuta la mamma a imbalsamare cadaveri nell’impresa di pompe funebri di famiglia. Ed è curioso che a interpretare il giovane protagonista sia proprio quel Max Roberts che avevamo lasciato bambino nel Paese delle creature selvagge e ritroviamo oggi cresciuto e alle prese con altre creature ben più terrene e pericolose.
Per il resto I’m Not a Serial Killer non è esente da difetti, anzi, tra un ritmo che rallenta e accelera in maniera randomica, alcuni salti temporali non troppo chiari e una serie di personaggi di contorno (la sorella del protagonista ad esempio) che, se approfonditi meglio, avrebbero conferito maggiori sfumature a tutto il quadro, si poteva assolutamente fare di meglio. Ma già il solo rivedere il buon Christopher Lloyd sul grande schermo vale il prezzo del biglietto.

Voto 6,5

 

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Fabio Giusti

Da sempre convinto che, durante la proiezione di un film, nulla di brutto possa accadere, ha un passato da sceneggiatore, copywriter e altre prescindibili attività. A parte vedere film fa ben poco.

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