Terminator Salvation

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Il regista si chiama McG, e già questo mood da rapper marca male. Il terzo capitolo di Terminator, poi, è ancora vivo nella memoria dei fan come uno dei seguiti più nefasti della storia della sci-fi. Eppure, dopo aver diretto infiniti video musicali e le Charlie’s Angels, McG accoglie la sfida. La vince solo in parte, resituendo al pubblico tutto il sangue e i bulloni che ha sempre amato nella saga iniziata da James Cameron. Difficile riassumere la complessa continuity della serie, qui osservata e omaggiata con citazioni e battute riciclate di sana pianta. Vi basti sapere che nel 2003 il condannato a morte Marcus Wright (Worthington) viene terminato, e trasformato in un potentissimo cyborg. Nel 2018, infuria la battaglia tra le macchine e gli umani: sul fronte c’è John Connor (Bale), trait d’union di Terminator, in cerca di giustizia ma anche e soprattutto di suo padre, che è stato mandato nel passato per incontrare la mitica Sarah Connor. Nel frattempo incontra Marcus, che naturalmente ha il suo bel segreto cibernetico da nascondere.



Terminator in motocicletta, esplosioni, fuoco e fiamme: in Terminator Salvation non manca nulla di quello che rende un film di fantascienza un buon film d’azione. Il problema è solamente che la trama è sottile e poco approfondita, volutamente impegnata a gettare i semi per sequel vari, e totalmente incentrata sui robot piuttosto che sugli umani. Christian Bale viene completamente oscurato dal collega Sam Worthington, anche perché si limita a riciclare le espressioni da Batman. Un’interpretazione talmente poco ispirata che si stenta a riconoscerlo. Non che Salvation non sia un film godibile e tutto sommato perfetto per chi ama la soap opera fantascientifica: ma si finisce per rimpiangere il mitico Schwarzenegger, qui riprodotto in computer grafica per un breve cameo digitalizzato. Sembra che per questo giro Mr. T non abbia avuto l’upgrade che meritava. Sufficiente, ma nulla di più.

Voto 6

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Francesco Bernacchio

Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.

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