Amenábar porta in Italia il suo Agorà

Di Carolina Tocci
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Finalmente a distanza di un anno dalla presentazione della pellicola alla scorsa edizione del Festival di Cannes, il film di Amenábar è riuscito a trovare un distributore anche in Italia (Mikado). In effetti Agorà, storia di Ipazia (Rachel Weisz), la matematica, astronoma e filosofa greca vissuta tra il 370 e il 450 d.C. lapidata dai cristiani a causa delle sue idee considerate oltraggiose, ha tutte le carte in regola per scatenare anche da noi un bel po’ di polemiche. Il modo in cui Amenábar mostra i cristiani, ossia fondamentalisti, intransigenti e assassini, ha dato luogo a non poche controversie, in ambito clericale e non solo, anche se il regista ci ha tenuto a sottolineare che il suo “non è un film contro il cristianesimo, ma contro tutti i fondamentalismi”.

Non è un caso, infatti, che la pellicola sia stata presentata in una location quantomeno insolita per un’anteprima cinematografica, l’Ara Pacis di Roma, il tempio pagano della pace. Il punto di vista di Amenábar lascia poco spazio all’interpretazione, facendosi portavoce di episodi storici rimasti sepolti troppo a lungo dietro un’egemonia culturale che è tra le più radicate. Il regista spagnolo, arrivato miracolosamente nella capitale nonostante i disagi che stanno colpendo i voli di mezza europa, ci ha raccontato come è nato Agorà e come abbia affrontato i temi considerati unanimamente scomodi in esso contenuti. Nell’ultima clip, interviene anche Sonia Raule, Amministratore delagato di Mikado.



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Qui trovate la recensione di Agorà.

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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