I numeri primi di Costanzo al Lido

Di Carolina Tocci
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E’ stato ben accolto ieri La solitudine dei numeri primi, l’attesa trasposizione del best seller di Paolo Giordano. Quarto ed ultimo film italiano in corsa per Leone d’Oro, il film diretto da Saverio Costanzo è stato senza dubbio uno dei film più attesi di questa edizione della Mostra, sia per il successo del romanzo da cui è tratto, che le prove d’attore richieste ai due interpreti Alba Rohrwacher e Luca Marinelli.

Saverio Costanzo, durante la conferenza stampa di presentazione del film, ha detto di essersi ispirato alle atmosfere delle prime pellicole di Dario Argento e a Bergman, cercando di riportare quella sensazione di oppressione sui suoi personaggi. La storia, che non segue l’andamento a flashback del libro, racconta in ordine cronologico il percorso emotivo e fisico di due anime gemelle, Alice e Matteo, accumunate da un dolore che ha sconvolto la loro infanzia e che si ripercuote sulla loro fisicità. Lei anoressica e zoppa, lui autolesionista e obeso. Costanzo si accanisce sui corpi dei suoi protagonisti per offrirli allo sguardo dello spettatore privi di ogni difesa, una vera e propria metafora della sofferenza. I sei minuti di applausi che hanno seguito la proiezione del film ieri sera, lasciano ben sperare dato che il film esce oggi in tutta Italia. Le immagini del red carpet che hanno preceduto la proiezione.



E siamo giunti al penultimo giorno di Festival. Due le pellicole della selezione ufficiale in programma oggi: Barney’s Version di Richard J. Lewis ed il tedesco Drei di Tom Tykwer. Particolarmente interessante quello che troviamo Fuori Concorso, sezione che propone due documentari italiani ed un altro horror in 3D di provenienza orientale: Dante Ferretti: production designer di Gianfranco Giagni, L’ultimo Gattopardo: Ritratto di Goffredo Lombardo di Giuseppe Tornatore e  The Shock Labyrinth 3D di Takashi Shimizu.

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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