Rubate e messe in rete le foto senza veli delle star

Di Redazione
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Lo star-system internazionale è in subbuglio per una gigantesca operazione di hackeraggio ha che messo in circolazione foto senza veli di un centinaio di volti noti  tra attori, cantanti, e celebrità varie – soprattutto donne. La voce è iniziata a circolare domenica; un utente del sito 4chan ha pubblicato un elenco di attori e personaggi pubblici di cui ci sarebbero foto o video in cui i diretti interessati appaiono anche senza veli.

Tra i nomi alcuni delle celebrities più in vista del momento: Jennifer Lawrence, Avril Lavigne, Kim Kardashian, Rihanna, Kirsten Dunst, Aubrey Plaza, Winona Ryder.
Le involontarie protagoniste di questa operazione hanno reagito in maniera diversa: alcune hanno ammesso che si tratta di foto vere, altre hanno invece lasciato intendere che si tratta solo di abili ritocchi. Secondo Buzzfeed l’hacker avrebbe anche fato circolare l’immagine del suo desktop, con tanto di foto della Lawrence nuda. Un portavoce della star premio Oscar per Il lato positivo ha denunciato questa flagrante violazione della privacy dell’attrice con un solenne avvertimento: chiunque abbia postato le foto rubate sarà perseguito penalmente. L’hacker avrebbe avuto accesso ai file tramite gli account iCloud dei vari personaggi (la Apple per ora non ha commentato l’accaduto).



Persino il temuto blogger Perez Hilton si è tirato indietro davanti a una simile violazione della privacy, prima postando le versioni censurate di alcune foto, per rimuoverle poco dopo chiedendo scusa. “Ho agito in fretta e non ho proprio pensato alle conseguenze. Scusate”, ha scritto sul suo blog. E adesso infuria il dibattito. Van Badham, nota columnist del Guardian, ha scritto sulla versione online del quotidiano che “gli attori offrono al pubblico la loro immagine, ma non mettono in vendita la loro intimità. Guardare quelle foto è un atto di violenza sessuale”, ha tuonato minacciosa. E poi ancora: “Se cliccate su una delle foto di Jennifer Lawrence nuda, continuate a perpetuare l’abuso”.

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