Predestination

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Ricordate quella scena di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban in cui Harry, attaccato da un Dissenatore in riva ad un lago, viene salvato da qualcuno che scambia per suo padre? Una volta tornato indietro nel tempo, Harry si avvicina al punto in cui credeva di aver visto suo padre ma, non vedendo nessuno, si rende conto di aver visto se stesso e salva il suo altro se stesso in pericolo nel modo in cui ricorda di essere stato salvato. Ne L’esercito delle 12 scimmie il crononauta Bruce Willis torna dal futuro per scongiurare l’esplosione del contagio che ha decimato la popolazione e costretto i superstiti a vivere sotto terra. Ma il viaggio nel tempo non sarà benefico per il cronauta e si ritroverà chiuso in manicomio. Lì scoprirà che sarà stata proprio la sua presenza a causare la sintesi del virus letale.



Più o meno consiste in questo il paradosso della predestinazione (non ce ne vogliano fisici e matematici per averlo ridotto a qualcosa di molto più semplice di quanto non sia in realtà) e avviene nel momento in cui la causa del viaggio nel tempo – ad esempio un evento che si vuole cambiare nel passato – è prodotto direttamente dalle conseguenze del viaggio stesso. Partendo dal Principio di autoconsistenza di Novikov, secondo cui il passato è immutabile, l’agire del viaggiatore diventa così una profezia che si autoadempie perché è il viaggiatore stesso a prendere parte o a causare l’evento che lo ha spinto a viaggiare nel tempo. Non potendo cambiare il passato, questi finisce per diventarne parte integrante.

Tutto questo per dire che Predestination parla di viaggi nel tempo e in particolare del paradosso della predestinazione, e che è uno dei film in cui questo filone letterar-cinematografico viene sviluppato al meglio. Sulla trama non vi diciamo proprio niente, solo che funziona e che il film è l’adattamento fedele, con qualche aggiunta, di un racconto breve di Robert Heinlein, Tutti i miei fantasmi, pubblicato per la prima volta nel 1959. Scritto e diretto dai fratelli australiani Michael e Peter Spierig (qui alla terza regia dopo Undead e Daybreakers – L’ultimo vampiro) Predestination colpisce non solo per la complessa struttura a scatole cinesi di cui si compone e che si incastra alla perfezione grazie a uno script a prova di bomba e a un montaggio da manuale, ma anche e soprattutto perché per gran parte della sua durata il dinamismo delle scene, caratteristica piuttosto abusata in molte pellicole sci-fi dall’immancabile componente action, viene messo da parte per lasciare spazio a lunghe chiacchierate rivelatrici. Perfetto Ethan Hawke, che ultimamente non sbaglia un film che sia uno e ancora più perfetta la protagonista femminile, Sarah Snook, intrigante e talentuosa attrice australiana a cui si sono giustamente spalancate le porte di Hollywood (sarà al fianco di Michael Fassbender nel biopic su Steve Jobs diretto da Danny Boyle).

Siete pronti ad essere risucchiati dal vortice cerebrale di Predestination?

Voto 7,5

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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