Grandma #RFF10

Di Fabio Giusti
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Scheda
(USA 2015)
Uscita: –
Regia: Paul Weitz
Con: Lily Tomlin, Julia Garner, Marcia Gay Haden
Durata: 1 ora e 19 minuti
Distribuzione: –

Elle Reid (Lily Tomlin) è una poetessa omosessuale che, da anni incapace di manifestare il dolore per la perdita della compagna di una vita, si è costruita un’armatura di ironico cinismo dentro la quale nascondere tutti i suoi sentimenti più profondi. Lo stesso giorno in cui la donna rompe con la sua ultima fiamma, riceve la visita della nipote diciottenne Sage (Julia Garner) che bussa alla sua porta in cerca di aiuto. La ragazza è incinta e ha urgente bisogno di 600 dollari per interrompere la gravidanza.
Nonna e nipote partono quindi per un viaggio lungo un giorno in cerca del denaro necessario; un viaggio durante il quale Elle verrà a patti con il proprio passato e si spoglierà in parte di quell’armatura che le impedisce di amare.



Il viaggio che ha portato negli anni Paul Weitz ad allontanarsi sempre di più dai territori mainstream in cui aveva mosso i primi passi (American Pie) per abbracciare una dimensione – e, di riflesso, anche un’estetica – più intima, arriva, con questo suo ultimo film, a destinazione. Opera dichiaratamente indie, Grandma rientra infatti appieno nel novero di quei film piccoli piccoli –  ma solo da un punto di vista formale –  capaci però di contenere molta più sostanza di quanto non ci si aspetterebbe sulla carta.
Non è affatto un caso che il suo battesimo sia stato proprio durante l’ultima edizione di quel Sundance Festival che, di questo genere di film, detta le regole ormai da più di trent’anni.
Nello specifico Weitz realizza un minuscolo road movie che si consuma tutto attorno alla periferia di Los Angeles, interamente improntato sui dialoghi e, per l’occasione, ritrova per la seconda volta Lily Tomlin (i due avevano già lavorato insieme in Admission – Matricole dentro o fuori) regalandole il ruolo della vita.
L’attrice – settantasei anni portati in maniera invidiabile – è sublime nel suo regalare alla giovane nipote pillole di ruvida e sboccata saggezza, talmente in parte da far sorgere più di un dubbio sul fatto che, in realtà, possa non recitare affatto.

Altro punto di forza del film è una sceneggiatura, scritta dallo stesso Weitz, che piace perché, pur non disdegnando in alcun modo il ricorso alla battuta, non cerca mai la risata in maniera piaciona e, cosa ancora più importante, non è consolatoria e, alla classica progressione narrativa che vorrebbe che tutti, alla fine, si sciogliessero in un abbraccio commosso, preferisce una realtà fatta di nodi che, se proprio devono essere sciolti, non succederà per forza in prossimità dei titoli di coda.
Film interamente declinato al femminile in cui si respira una forte aria di anni ’70, Grandma è una tenera elegia del difetto e la storia di una donna talmente consapevole delle proprie piccole imperfezioni da non provare in alcun modo l’istinto di correggerle. Ed è soprattutto un film che, avvicinandosi così tanto alla vita reale, si fa voler bene. Proprio come la sua burbera e, al tempo stesso, dolce protagonista.

Voto 7

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Fabio Giusti

Da sempre convinto che, durante la proiezione di un film, nulla di brutto possa accadere, ha un passato da sceneggiatore, copywriter e altre prescindibili attività. A parte vedere film fa ben poco.

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