Experimenter #RFF10

Di Carolina Tocci
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Scheda
(USA, 2015)
Uscita: –
Regia: Michael Almereyda
Con: Peter Sarsgaard, Winona Ryder, Jim Gaffigan, Kellan Lutz
Durata: 1 ora e 30 minuti
Distribuzione: –

Dopo il controverso Hamlet 2000, trasposizione in chiave moderna della tragedia shakespeariana e l’ondata di fischi che accolsero la sua versione modernizzata di Cymbeline a Venezia nel 2014, Michael Almereyda questa volta lascia in pace il Bardo per seguire la scia del successo di serie TV a sfondo psicologico quali The Mentalist, Lie to Me o Perception. La storia che racconta in Experimenter è incentrata infatti sulla figura di Stanley Milgram, psicologo statunitense ideatore di uno degli esperimenti di psicologia sociale più controversi della storia sulla determinazione del comportamento individuale da parte di un sistema gerarchico e autoritario che impone obbedienza.



Siamo nel luglio 1961, Stanley Milgram (Peter Sarsgaard) sta svolgendo il dottorato di ricerca in Psicologia Sociale a Harvard e lavora come assistente nel Dipartimento di Relazioni Sociali di Yale. Sono passati solo tre mesi da quando Adolf Eichmann, “l’architetto dell’Olocausto”, ha testimoniato al Processo di Gerusalemme definendosi come un “grigio burocrate che eseguiva solamente gli ordini dei gerarchi più importanti”, e le dichiarazioni del nazista hanno stupito Milgram a tal punto da indurlo a progettare un esperimento che esplori le dinamiche psicologiche dell’obbedienza. Con l’aiuto di sua moglie Sasha (Winona Ryder) e di alcuni collaboratori, osserviamo come Milgram e le sue tecniche, da molti criticate e osteggiate perché ritenute eticamente inaccettabili, apriranno la strada a numerose polemiche nel corso degli anni a seguire.

Gli studi di Milgram sul libero arbitrio e sull’obbedienza rappresentano il fulcro attorno al quale il film di Almereyda si dipana, ma il regista statunitense si inventa di tutto per fare in modo che la storia che vuole raccontare non appaia convenzionale da un punto di vista stilistico e narrativo. E allora ecco che lo spettatore vede Milgram che interagisce sia con gli altri personaggi che con il pubblico, mentre si dilunga a spiegare lo scopo dei suoi esperimenti o i motivi che lo hanno portato ad eseguirli, lo segue mentre si muove davanti a dei pannelli in bianco e nero che gli fanno da sfondo e in altre trovate non esattamente riuscite. Quello che rimane a fine visione è un sempre piacevole Peter Sarsgaard in un film privo di guizzi valido solo a diffondere parte delle teorie di Milgram ai non addetti ai lavori.

Voto 5

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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