Kevin Costner a Roma per Criminal

Di Carolina Tocci
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Che cosa accadrebbe se la nostra memoria potesse essere trasferita nella testa di qualcun altro? E’ quello che succede in Criminal, nelle nostre sale il prossimo 13 aprile distribuito da Notorious Pictures. Il thriller diretto da Ariel Vromen (The Iceman) è stato presentato oggi a Roma, alla presenza del regista e del protagonista, Kevin Costner. Una storia che ha inizio quando un agente della CIA, Bill Pope (Ryan Reynolds) viene ucciso, portando con sé nella tomba dei segreti fondamentali per salvare il mondo da un potenziale attacco terroristico. Per risvegliare i suoi ricordi, la CIA chiede l’aiuto del Dottor Franks (Tommy Lee Jones), il quale ha sviluppato una nuovissima tecnica scientifica per trasferire il pattern cerebrale di una persona nella mente di un’altra. La memoria di Bill viene impiantata così nel cervello di un pericoloso detenuto nel braccio della morte, Jericho Stewart (Kevin Costner), nella speranza che il criminale porti a termine la missione di salvataggio.

LA RECENSIONE DI CRIMINAL



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L’attore sessantunenne, che questa mattina ha ricevuto “per la sua carriera e la qualità professionale” il Nastro d’Argento Internazionale 2016 dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici per mano del presidente Laura Delli Colli, ci ha raccontato della sulla sua prima volta da cattivo, anche se proprio cattivo non è.

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Inizia col ringraziare i giornalisti, Kevin Costner, e ribadisce con entusiasmo che fare film è una delle cose che lo rendono più felice. “Il motivo per cui continuo a farne è che amo l’idea di lasciare una traccia e credo che i film possano durare in eterno. Sono certo che ognuno di noi ha dei film del cuore, che gli hanno lasciato dentro un ricordo speciale, magari quelli che ci hanno insegnato a baciare quando eravamo ragazzi. Per quanto mi riguarda, nella mia carriera, ho cercato di dar vita a personaggi che non fossero facilmente dimenticabili: anche nel caso di Criminal. Mi piace poter pensare che ci siano delle scene di questo film che vi accompagneranno per il resto della vita“.

Ritiene che la scienza dovrebbe avere dei limiti o che sia giusto lasciarle totale libertà?
Credo che ci debbano essere sempre dei limiti, anche sulla quantità di quello che beviamo. Ma credo anche che la scienza rappresenti un’opportunità soprattutto quando ci sono problemi di perdite di memoria. Non sarei felice se i miei genitori si dimenticassero di me, o se io dovessi non ricordarmi dei miei figli. Mi piace pensare che la sera, quando andiamo a dormire, i nostri ricordi ci facciano da cuscino. E’ bello immaginare di potervisi adagiare“.

C’è un episodio della sua vita o magari un fatto di cronaca che vorrebbe dimenticare?
La mia vita è esattamente come quella di chiunque altro, l’unica differenza potrebbe farla il mio essere una persona nota. E come ognuno di voi ho dei ricordi che vorrei dimenticare, però c’è da dire anche che questi episodi hanno contribuito a formarmi per quello che sono ora. Credo quindi che gli errori siano importanti tanto quanto i successi. Ho dei rimorsi, come credo li abbiano tutti, ma è anche grazie a questi che riesco a ricordarmi degli errori commessi, così da cercare di non ripeterli“.

Se quello che vediamo nel film fosse possibile, di chi vorrebbe avere la memoria?
A volte vorrei sapere che cosa passa nella testa di mia moglie perché in alcune occasioni non riesco a capacitarmi di quello che ha appena fatto, detto, o di quello che pensa che io abbia detto [Ride, NdR]. Forse la vostra vita è perfetta: la mia no! Di certo quando si ama qualcuno si corre un grande rischio, coloro che non amano non hanno idea di che cosa questo rischio sia“.
A chi si è ispirato per interpretare questo personaggio? Come è nato Jericho?
Nel caso di Jericho sono partito dall’aspetto fisico. All’inizio del film ho i capelli lunghi e una folta barba ed erano entrambi miei. Ma poi il mio look cambia completamente e Mario (Mario? Dove sei? Andatelo a cercare, per favore!) un vero artista, un italiano che porto con me su ogni set, mi ha aiutato a far venire fuori il personaggio. Poi è stata la volta delle cicatrici, quelle che Jericho ha in testa, che per alcuni versi ricordano Frankenstein. E’ stato a quel punto che ho inziato a perdermi nel personaggio, diventando qualcuno che i miei figli avrebbero stentato a riconoscere“.

 

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Kevin Costner e Mario, suo curatore di immagine

Arriva Mario, il curatore di immagine che Costner ha conosciuto sei anni fa per un film che poi non si è più fatto, ma tra loro è nata un’amicizia. “Si dice contento di essere tornato a casa, in Italia, ma non ve lo lascio. Lo riporto con me in America” scherza l’attore.

In Criminal anche l’elemento terroristico è molto presente. Che cosa pensa del periodo buio che l’Europa e il mondo tutto sta affrontando?
Io sono olto arrabbiato per quello che sta accadendo, per le continue minacce che riceviamo. Penso che in ognuno di noi ci sia molta confusione, una confusione che non ci consente di capire come stiano andando davvero le cose. E’ come nel brano di Marvin Gaye: What’s going on?“.

 

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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