Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Un Ron Howard che non ci si aspetta, quello che ha diretto Frost/Nixon. Per alcuni versi, il film ricorda il suo (ottimo) Edtv, anno 1999, che pur essendo una commedia indagava impietoso su certi meccanismi della TV. E così accade in questa pellicola, tutta incentrata sul duello di fronte alle telcamere tra David Frost, ambizioso showman inglese, e un Richard Nixon dimessosi da poco da presidente degli USA. Pur di riabilitarsi di fronte all’opinione pubblica e guadagnare il più possibile, Nixon accetta di essere intervistato dal migliore offerente, che pure non è un giornalista.
La parte migliore del film è quella che precede il momento dell’intervista. Vengono indagate le psicologie dei personaggi e soprattutto quella di Nixon, le cui emozioni vengono portate su schermo da un bravissimo Frank Langella. In alcuni punti Howard cede a soluzioni hollywoodiane scontate, tuttavia utili a dare ritmo alla storia.
Frost/Nixon è un lavoro molto interessante sul potere del giornalismo spettacolo, e per questo si rivela estremamente attuale. Sicuramente uno dei lavori più coraggiosi di Ron Howard, con una meritata candidatura all’Oscar come miglior film.
Voto 8
Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.
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